Si moltiplicano le iniziative a favore di un turismo più attivo e sostenibile: facciamo il punto con Massimiliano Vavassori del Touring Club Italiano

La crescente importanza del turismo outdoor è un fatto risaputo fra gli addetti ai lavori. Negli ultimi tempi, però, non solo il tema è balzato agli onori delle cronache ma, e questo è ancora più importante, sono state lanciate diverse iniziative a sostegno di imprese, reti di imprese o start up che hanno come obiettivo proprio la valorizzazione dei nostri territori in chiave “sostenibile”.

In Piemonte sono ora attivi due bandi GAL (Valli del Canavese e Terre Occitane) che finanziano le iniziative di piccole e micro imprese turistiche finalizzate all’attivazione di nuovi servizi e al miglioramento della ricettività proprio nell’ambito dell’outdoor e della sostenibilità ambientale.

Lo sviluppo del turismo outdoor e, in particolare, il coinvolgimento di turisti stranieri è anche l’obiettivo di un importante progetto che stiamo sviluppando con Sweet Mountains. Dopo aver ideato delle proposte di turismo attivo e sostenibile da proporre ai tour operator europei, il progetto proseguirà con la realizzazione di una piattaforma web, cui potranno aderire tutte le strutture ricettive in target interessate e sviluppare così la propria promozione all’estero.

Impossibile poi non fare un accenno al secondo bando di Cammini e Percorsi, progetto a rete dell’Agenzia del Demanio, promosso da MIBACT e MIT che punta alla riqualificazione e riuso di immobili pubblici – situati lungo percorsi ciclopedonali, itinerari e Cammini storico-religiosi – come contenitori di servizi e di esperienze per camminatori, pellegrini e ciclisti, in linea con la filosofia dello slow travel.

L’iniziativa rappresenta un’ottima opportunità per sostenere l’imprenditoria giovanile e che in questo senso può essere di sicuro interesse per alcune delle start up con cui lavoriamo lanciate da ReStartAlp e ReStartApp, incubatori d’impresa in montagna di Fondazione Edoardo Garrone: le buone idee di molti startupper – infatti-  si scontrano proprio con la mancanza di proprietà, terreni o immobili sui quali far sorgere concretamente l’attività desiderata!

Ebbene proprio questa iniziativa così importante gode del supporto (fin dal primo bando aperto a giugno) del Touring Club Italiano, istituzione di prestigio nazionale attiva dal 1894, che ha come obiettivi proprio la promozione del turismo, la salvaguardia dell’ambiente e la diffusione delle conoscenze e di una cultura consapevole e responsabile del viaggio.

A chi allora se non al direttore del Centro Studi del Touring Club Italiano, Massimiliano Vavassori, potevamo chiedere un approfondimento proprio sullo stato dell’arte e sulle prospettive del turismo outdoor in Italia?


Sempre più spesso si sente parlare di turismo outdoor. Quali sono, a tuo avviso, le caratteristiche della domanda in Italia?

La domanda è sicuramente in crescita soprattutto grazie alla maggiore diffusione di atteggiamenti e comportamenti di consumo orientati al benessere e alla salute. Spesso il turismo outdoor è infatti declinato in senso attivo alla ricerca di un rapporto nuovo con la natura e il paesaggio e non di rado come sfida con se stessi. Gli italiani non sono ancora al livello dei paesi nordeuropei per quanto riguarda la pratica di attività sportive (solo il 41% dei nostri connazionali pratica regolarmente attività fisica contro il 70% degli svedesi o il 68% dei danesi) e questo certamente incide anche sulla propensione a un certo tipo di vacanza

Quali sono, invece, gli asset su cui il nostro paese dovrebbe investire per strutturare un sistema di offerta?

Certamente la messa a punto di un’offerta nazionale di turismo attivo sarebbe quasi naturale viste le caratteristiche climatiche e morfologiche della nostra Penisola. In particolare la sentieristica e i cammini storici e religiosi sarebbero da sviluppare ancora di più in termini di dotazioni infrastrutturali e di servizi ricettivi collegati, costruire delle dorsali in grado di connettere l’offerta di prossimità consentirebbe di creare le basi per veri e propri prodotti turistici con stagionalità allargate. Ovviamente anche il cicloturismo meriterebbe altrettanta attenzione anche alla luce del grande interesse che la bicicletta suscita in tutto il mondo.

Il Touring Club è coinvolto in prima linea nel supporto al turismo outdoor. Puoi raccontarci qualche progetto in questo ambito?

Touring è molto attivo in questo senso sia nella produzione editoriale (la recente guida sull’ippoturismo ne è evidenza) sia nell’appoggiare le progettualità virtuose che nel Paese si stanno costruendo (ad esempio le recenti iniziative dell’Agenzia del Demanio sui cammini).

Quanto è fondamentale investire sui giovani per sviluppare il turismo outdoor e sostenibile?

Certamente attrarre il pubblico giovane, non solo italiano, è la grande sfida del futuro. L’Italia ha conosciuto e conosce grande successo nel pubblico straniero maturo soprattutto per la sua attrattività storico-artistica, gastronomica e negli ambiti della creatività (moda, design etc) ma stenta a diventare meta per le nuove generazioni più attente allo stile di vita sostenibile e sempre in cerca di novità. Avremmo però necessità non solo di promuovere questi modelli di offerta nuovi, più attivi, ma anche di avere servizi e territori più accessibili in termini di connettività e di prezzi.

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