Piemonte, Liguria e Lombardia si uniscono per promuoversi dal punto di vista turistico: è un buon segnale ma la strada è ancora lunga!
Fare rete, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è la chiave del successo per la valorizzazione turistica di un territorio. Per questo è con piacere che segnaliamo l’annuncio fatto – il 25 febbraio scorso – dagli assessori al turismo di Piemonte, Liguria e Lombardia: grazie ad un finanziamento di 17 milioni di euro, stanziato dal Ministero per i Beni culturali e il Turismo, queste tre regioni collaboreranno in campo turistico, realizzando progetti comuni di promozione.
Il turista, soprattutto straniero, non ragiona per confini amministrativi ma per prodotti turistici e l’area che comprende le tre regioni può offrire proposte di alto livello e diversificate: dal turismo balneare alle città d’arte, dalla montagna olimpica piemontese alle regioni dei laghi, senza contare tre città d’arte come Genova, Torino e Milano. Il valore aggiunto derivante dal promuoversi congiuntamente è evidente in quanto ciascuna regione non sarebbe in grado di offrire singolarmente altrettanta varietà.
A coordinare la messa in rete delle “competenze, degli strumenti, delle capacità e buone pratiche” ci sarà una cabina di regia che avrà appunto il compito di sviluppare “progetti e prodotti turistici in comune in grado di aumentare l’attrattività e la visibilità dei territori coinvolti”. La cabina di regia si coordinerà con i i soggetti preposti alla promozione del turismo a livello nazionale, quali l’Enit.
E, citando l’Agenzia Nazionale del turismo, arriviamo ad un punto dolente: se è di sicuro positiva la notizia che alcune regioni stanno superando i confini amministrativi iniziando a ragionare a progetti comuni di promozione, al momento, lo stesso non si può dire a livello nazionale e purtroppo i risultati lo confermano: l’Italia infatti si è piazzata quinta al mondo fra le mete turistiche nel 2014, dietro anche a Francia e Spagna. La scarsa capacità di fare fronte comune per la promozione turistica che si rileva in ambito pubblico è, inoltre, purtroppo accompagnata da un’altrettanta incapacità a livello privato. Sembra ancora lontano il momento in cui operatori privati, che a vario livello dipendono dal turismo, inizieranno a realizzare progetti comuni di valorizzazione a livello nazionale con l’obiettivo di aumentarne l’attrattività con ricadute positive economoche per tutti.
In questo contesto risulta quindi particolarmente apprezzabile e degna di nota l’iniziativa sviluppata dal Politecnico di Milano relativa alla pista ciclabile Vento che, se sarà realizzata, potrebbe collegare Torino a Venezia grazie ad un percorso di 479 km.
Come spiegato sul Fatto Quotidiano, i numeri elaborati dallo staff del Politecnico lasciano presagire una straordinaria occasione di sviluppo e di green economy: la nuova ciclabile porterà 400mila visitatori l’anno, coinvolgerà 121 comuni, dodici province, quattro regioni, oltre quaranta aree protette e 1300 beni culturali che saranno toccati dal tracciato. Allo stato attuale sono già 150 i soggetti istituzionali interessati e oltre ottanta associazioni che sostengono il progetto del Politecnico di Milano. Un ottimo esempio di collaborazione pubblico e privato che potrebbe portare oltre 2000 posti di lavoro, alla faccia di chi dice che il turismo non fa numeri!